Rileggere il presente: il fondo musicale del Seminario vescovile di Padova

Abstract

Lo studio approfondisce il valore storico-critico dei documenti di interesse musicale conservati nel fondo della Biblioteca Antica del Seminario vescovile di Padova. Il ruolo di quest’istituzione nella realtà cittadina è rimasto marginale nella letteratura musicologica; tuttavia, la connessione delle fonti musicali ivi conservate sia con il loro contesto produttivo interno (scuola teologica, tipografia e teatro del Seminario), sia con altre istituzioni musicali permette di ricostruire una fitta rete di rapporti. Ne deriva un’immagine del Seminario come protagonista musicale della vita culturale patavina dalla seconda metà del Settecento fino al primo Novecento. L’articolo è diviso in tre parti, dedicate rispettivamente alle fonti musicali a stampa, alla musica manoscritta e, infine, ai fondi d’autore. Nella prima parte, si analizza innanzitutto la collezione di libretti d’opera a stampa (risalenti agli anni 1654-1931), che viene censita nell’Appendice conclusiva. Poi, sono descritti un dizionario musicale e dei trattati sette-ottocenteschi, testimonianze di una relazione diretta con la produzione teorica dei maestri della Cappella Musicale di Sant’Antonio. Inoltre, a partire dalla presenza nel fondo di diversi volumi di musica a stampa, si inseriscono il Seminario e i suoi studenti nel panorama concertistico della città. La seconda parte mette in luce, attraverso le fonti manoscritte, la vivace produzione del teatro del Seminario, mostrando come il ruolo dell’istituzione non fosse limitato alla sola attività didattica e religiosa. Nella terza e ultima parte sono descritti i fondi di Gino Favero, Piero Bernardi, Giovanni Battista Cheso e Luigi Bottazzo i cui documenti offrono una prospettiva privilegiata per studiare la produzione musicale di tali autori e consentono di ripensare il ruolo dell’istituzione nella diffusione dei principi del movimento ceciliano a cavallo tra Otto e Novecento.