Monsignor Antonino Reggio, cembalista e compositore del Settecento

Autori

  • Anthony Hart

Abstract

This paper provides a positive identification of a Monsignor Reggio whom Dr Charles Burney (1726-1814) encountered during his journey to France and Italy. The objective of this journey was to collect information for his planned book The History of Music.

During his visit Burney kept a detailed journal of meetings and discussions. September 1770 sees Burney in Rome and he describes Reggio as: «a pretty good composer and performer on the harpsichord and violoncello». Burney also mentions that Reggio had «2 or 3 delicate-toned harpsichords and a good library».

Later in his journal he speaks generally of Italian performers and Italian harpsichords, and admits being disappointed by the Italian harpsichord and their players. He again mentions Reggio as possessing «the best Italian harpsichord … for tone... ». In his summing up on his visit to Rome he describes Reggio as «eminent for [his] skill in the art, and learning in the science of sound».

Using clues provided by annotations on original manuscripts in the Santini Collection in the Diözensanbibliothek in Münster and other sources, it has been possible to trace Reggio’s origins to a cadet branch of an 18th century Sicilian noble family. Through further references in the manuscripts a connection with Roman Nobility has also been established. He has also been mentioned in connection with the salotti and of the Roman ‘intelligentsia’ during the Age of Enlightenment.

Secondly it provides an overview of his known works and finally it looks at Reggio’s connection with the five volumes of the keyboard sonatas of Domenico Scarlatti held in the Santini Collection which are considered to be some of the most important sources of Scarlatti’s works for keyboard.

 

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Questo saggio fornisce una identificazione del “Monsignor Reggio” che Charles Burney incontrò durante il suo viaggio in Italia. Durante il suo soggiorno a Roma, nel settembre 1770, Burney vide Reggio e lo descrisse come «un buon compositore ed esecutore sul cembalo e sul violoncello». Inoltre Burney riferisce che Reggio possedeva due o tre cembali dal suono delicato, e una buona biblioteca. Più avanti, parlando in generale dei cembali e dei cembalisti italiani, confessa di non appezzarli particolarmente. Menziona ancora Reggio come colui che possiede il cembalo italiano con il più bel suono, e riassumendo le sue impressioni sul soggiorno a Roma descrive Reggio come una persona notevole per l’abilità artistica e la dottrina musicale.

Attraverso le annotazioni sui manoscritti originali di Reggio conservati nella raccolta Santini della Diözensanbibliothek di Münster e altre fonti, è stato possibile rintracciare le origini di Reggio in un ramo cadetto di una famiglia nobile siciliana. Ulteriori riferimenti sui manoscritti consentono di individuare i legami con la nobiltà romana, e con i suoi salotti intellettuali.

Il saggio fornisce inoltre un primo elenco delle sue opere conosciute, e infine individua il rapporto di Reggio con i cinque volumi delle sonate di Domenico Scarlatti conservate nella raccolta Santini, volumi che sono considerati fra le fonti più importanti delle sonate di Scarlatti. 

Pubblicato

10/08/2013

Fascicolo

Sezione

Saggi