Musica e teatro musicale a Roma negli anni della dominazione francese (1809-1814)

Autori

  • Bianca Maria Antolini

Abstract

Dal 1809 all'inizio del 1814 Roma fu formalmente annessa all'Impero francese: anche in campo musicale cambiamenti, conflitti, tentativi di rinnovamento coesistettero con elementi di continuità. Furono introdotte nuove feste, corredate di musica: musica orchestrale all'aperto, cantate celebrative, Te Deum. Proprio le esecuzioni sacre furono fonte di forti conflitti tra i cantori e l'amministrazione francese. Particolarmente imponenti le feste per la nascita del figlio di Napoleone, il re di Roma, nel 1811. Il governo francese cercò di istituire nel 1810, sotto la direzione di Zingarelli, una Cappella Imperiale che fosse modello di canto sacro per tutto il mondo musicale, e – legata a questa – un Conservatorio. Tali progetti non andarono a buon fine, perché proprio nell'ambito religioso Roma manifestò una tenace opposizione ai nuovi dominatori. Fra le altre novità di questi anni troviamo la ripresa dell'attività editoriale musicale, per opera di Giulio Cesare Martorelli. L'attività operistica fece registrare alcune significative innovazioni nella gestione e nell'organizzazione: rappresentazioni d'opera praticamente per tutto l'anno, compresa la quaresima con i drammi biblici; finanziamento pubblico delle stagioni di opera seria; gestione 'integrata' della programmazione nei vari teatri; attivo intervento dell'amministrazione negli affari teatrali. Nelle scelte di repertorio, si nota una predilezione – in cui tuttavia ebbero molta parte ragioni di ordine pratico – per compositori che rappresentavano la tradizione del canto italiano come Cimarosa e Zingarelli. Per il resto, il repertorio programmato a Roma (opere serie, buffe e semiserie di Farinelli, Fioravanti, Generali, Guglielmi, Mayr, Morlacchi, Paër, Manfroce, Mozart, Rossini ecc.) coincide con quello che risuonava nei teatri del resto d'Italia. Gli esponenti dell'amministrazione francese – in particolare il prefetto Tournon – promossero accademie di musica nelle loro residenze; inoltre serate musicali avevano luogo presso famiglie nobili e borghesi, e presso alcuni musicisti (Sirletti, Blondeau), che si dedicarono anche all'esecuzione del repertorio antico e di quello strumentale classico. Una dettagliata cronologia completa il saggio, riportando per ogni avvenimento musicale pubblico i dati ricavati da libretti e fonti d'archivio, nonché stralci dai resoconti apparsi su giornali romani e non.

Between 1809 and early 1814, Rome was part of the French Empire. Change, conflict, innovation, and continuity co-existed in musical activity. New holidays were established that included musical events, such as open-air orchestra concerts, laudatory Cantatas, and Te Deums. The birth of Napoleon's son, the King of Rome (1811), was celebrated with unusual grandness. Sacred music performances sparked arguments between singers and the French administration. In 1810, the French tried to found an Imperial Chapel (and a Conservatory in connection with it), aiming at setting new standards in music performance. Nicola Zingarelli was chosen to lead the Chapel. Nothing was done about it, as adamant resistance to the new rulers emerged in the religious world. Music printing in town resumed thanks to Giulio Cesare Martorelli. Opera management underwent significant innovations. Shows were staged the whole year round, with Biblical subjects throughout Lent. Public funding was granted to opera seria seasons. A co-ordinated management of several theaters was established and the French administrators took active part in theatrical affairs. As for repertory, composers were favored who embodied the Italian vocal tradition, such as Cimarosa and Zingarelli. (Practical reasons also determined such choice). For the rest, Rome hosted the same musical programmes as other Italian towns did—opere serie, buffe, and semiserie by Farinelli, Fioravanti, Generali, Guglielmi, Mayr, Morlacchi, Paër, Manfroce, Mozart, Rossini, and so on. French bureaucrats – prefect Tournon in particular – organized accademie di musica in their mansions. Music soirées were hosted by noble and middle-class families, and by such musicians as Sirletti and Blondeau, who also devoted themselves to performing ancient and classic instrumental music. A detailed chronology rounds off the essay. For each public performance, data from librettos and archival sources are given, plus excerpts from reports issued on both Roman and non-Roman press. 

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Pubblicato

06/01/2014

Fascicolo

Sezione

Saggi