Philippus de Monte nelle testimonianze del primo Seicento: fonti e modelli di citazione

Authors

  • Piero Gargiulo

Abstract

Already significant in the last twenty years of Monte’s activity (1583-1603) are a number of examples – at various levels – revealing his title to fame: the lute and keyboard tablature of sacred (as in Novae tabulae musicae testidunariae of Barbetta, 1582 or in Thesaurus motetarum of Paix, 1589) and profane pieces (as in the second edition of Galilei’s Fronimo, 1584 or in Phalèse’s Pratum musicum, 1584); the presence in celebrated miscellanea (for instance in Phalese’s Musica divina, 1583 or in Lindner’s  Corollarium, 1590); the tokens of esteem in the dedications to the sylloges of Felis (1591) and Massaino (1592); the theoretical testimonies of Morley (1597) and of Calvisius (1600).

In the two decades after his death, other illustrious figures (Monteverdi, Cerone, Magirus, Zacconi) demonstrated their acquaintance with Monte’s work, corroborating its circulation and appreciating its contents with comments, appraisals or critical observations of varying type and origin.

By researching and re-examining the more relevant examples of the above-mentioned collection of opinions (but also on the strength of some unpublished citations),  the intention of this article is to compare  the sources and the examples of citations, ascertain their validity and outline what stylistic definition can be attributed to the figure and work of Monte during the first half of the Seicento: “classical” polyphonist (together with Palestrina and Lasso) or innovator and “modern' musician (together with Marenzio and Wert).

 

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Significativi già nell'ultimo ventennio di attività (1583-1603) sono alcuni esempi, a vari livelli,  della fortuna di Monte: le intavolature liutistiche e tastieristiche di brani sacri (come nelle Novae tabulae musicae testidunariae di Barbetta, 1582 o nel Thesaurus motetarumdi Paix, 1589) e profani (come nella seconda edizione del Fronimodi Galilei, 1584 o nel Pratum musicum di Phalèse, 1584); la presenza in celebri miscellanee (come nella Musica divina di Phalèse, 1583 o nel Corollarium di Lindner, 1590); le attestazioni di stima nelle dediche delle sillogi di Felis (1591) e Massaino (1592), le testimonianze teoriche di Morley (1597) e di Calvisius (1600).

Nel ventennio successivo alla morte altri insigni personaggi (Monteverdi, Cerone, Magirus, Zacconi) mostrano di conoscere l'opera di Monte, rafforzandone la circolazione e apprezzandone i contenuti, con interventi, valutazioni o rilievi critici di varia matrice.

Documentando e rivisitando alcuni tra gli esempi più rilevanti di tale rassegna di giudizi (ma anche attraverso il supporto di alcune inedite citazioni),  l’articolo intende confrontare le fonti e i modelli di citazione, misurarne l'effettiva rispondenza e delineare a quale definizione stilistica possano ricondursi la figura e l'opera di Monte nella prima metà del Seicento: polifonista 'classico' (accanto a Palestrina e Lasso) o innovatore e musico 'moderno' (accanto a Marenzio e Wert).

 

Author Biography

Piero Gargiulo

Diplomato nel 1975 in pianoforte al Conservatorio di Firenze e laureato in Lettere nello stesso anno all’Università di Firenze, ha conseguito inoltre nel 1982 il diploma di Paleografia e Filologia Musicale a Cremona. È docente di Storia della Musica ed Estetica Musicale al Conservatorio di Parma. Dal 1993 al 1996 ha svolto seminari annuali di Teoria e prassi del contrappunto vocale presso l'Università di Ferrara. Per la SIdM è stato responsabile del Settore Convegni (1997-2000) e del Settore Progetti di Ricerca (2000-2003). Ha fatto parte (1999-2000) del Comitato nazionale per le celebrazioni del quarto centenario della nascita dell'opera (Firenze 1600-2000). Dal 1998 è membro del Comitato Scientifico del G.A.T.M (Gruppo Analisi e Teoria Musicale). È membro del Comitato Editoriale per l’edizione degli opera omnia di Girolamo Frescobaldi (Edizioni Suvini Zerboni, Milano) e del Comitato Scientifico per l’edizione degli opera omnia di Antonio Brunelli (Edizioni ETS, Pisa). Dal 2000 coordina il progetto ITMI - Indici della Trattatistica Musicale Italiana (Repertorio sistematico di teorici, trattati, compositori, brani musicali citati tra il 1300 e il 1799), con il patrocinio di varie istituzioni, tra cui la Fondazione «E. Franceschini» di Firenze, la Società Italiana di Musicologia, il Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna, il Rism.

Published

10/08/2013

Issue

Section

Saggi