Due serie di muse per Vittorio Amedeo I di Savoia e Cristina di Francia: Antiveduto Gramatica e i suoi rapporti con la corte torinese

Autori

  • Cristina Santarelli

Abstract

By late 16th–early 17th centuries, the Dukes of Savoy aimed at catching up with other Italian signorie after long isolation. Such policy found striking expression in their lavish patronage of music and letters, as well as in their eclectic and sophisticated art collecting. For about half a century, Charles Emmanuel I — later on followed and helped by his heirs, Victor Amadeus and Maurice — had probed the international art market, in the lofty goal of giving Turin a new look and a European cultural breadth. Dynasty goods inventories are vital to fulfill a hard task-reconstructing the Savoy family art gallery. Father’s and sons’ penchant emerges for such painters as Caravaggio, Caracciolo, Ribera, Manfredi, Valentin, and Serodine. Recently, those archives allowed to partly re-assemble two scattered sets of Antiveduto Gramatica’s canvases, originally intended to adorn Victor Amadeus’ and Christine of France’s city mansion. This essay focuses on the literary and art models Gramatica might have drawn from to typify the Muses—a subject often used for laudatory purposes.

 

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Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, il desiderio dei duchi di Savoia di allinearsi con le altre signorie italiane dopo un lungo periodo di isolamento trovò la sua espressione più vistosa in una politica culturale contrassegnata da un’intensa opera di mecenatismo in ambito letterario e musicale, nonché da una straordinaria attività di eclettico e raffinato collezionismo. Per mezzo secolo Carlo Emanuele I, in seguito imitato ed affiancato dagli eredi Vittorio Amedeo e Maurizio, rivolse la sua attenzione al mercato d’arte internazionale, in un disegno ambizioso mirante a conferire alla capitale un volto nuovo e un respiro europeo. Dallo studio degli inventari dei beni dinastici, fondamentale per la ricostruzione non sempre agevole della quadreria di corte, emerge la predilezione di padre e figli per i dipinti di scuola caravaggesca, con i nomi di Caracciolo, Ribera, Manfredi, Valentin e Serodine; sono proprio questi documenti ad avere consentito in anni recenti la ricomposizione parziale di due cicli pittorici di Antiveduto Gramatica da lungo tempo dispersi, destinati ad ornare le residenze cittadine di Vittorio Amedeo e Cristina di Francia. Il saggio si sofferma sui modelli letterari e figurativi cui l’artista senese potrebbe essersi ispirato per realizzare le due serie, che ripropongono un soggetto utilizzato di frequente in chiave encomiastica: quello delle Muse.

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Pubblicato

07/08/2014

Fascicolo

Sezione

Saggi