La Didone abandonata di Nicolò Jommelli (Stoccarda 1763)

Authors

  • Friedrich Lippmann

Abstract

Lo studio parte da un CD dell'opera pubblicato nel 1995 (Orfeo, München). Diversamente dalla registrazione però, esso si basa sull'autografo (Wien, Österreichische Nationalbibliothek). Jommelli e il suo collaboratore, verosimilmente Mattia Verazi, modificarono il testo metastasiano in diversi punti, particolarmente alle chiusure degli atti I e II. Il terzetto del secondo atto (II, 11, numerazione del libretto del 1763) è un pezzo molto moderno per il suo tempo; in Italia passeranno ben venti anni prima che tali forme divengano d'uso nel melodramma serio. Nel terzo finale Jommelli, con esattezza e grandiosità, mette in musica la didascalia che Metastasio nella versione del 1752, nata per Madrid (e confermata nell'edizione definitiva del 1780-1781), aveva scritto per questa scena. Jommelli e Verazi liberano però la 'Licenza' (canto di Nettuno) dal suo riferimento troppo stretto alla storia spagnola di metà secolo. Nella seconda parte del saggio viene tentato – mediante confronti con Hasse e Vinci – di definire la collocazione stilistica dell'opera jommelliana. Lo stile dell'aversano si manifesta molto moderno, soprattutto nel trattamento dell'orchestra, a cui viene affidato un ruolo importantissimo. Ugualmente moderna è l'espressione melodica, tanto conforme alla drammaturgia esplicita e implicita.

This discussion of Jommelli's opera takes a Cd (München: Orfeo, 1995) as a starting point but is based on the autograph version (Wien, Österreichische Nationalbibliothek). Jommelli and his assistant — most likely Mattia Verazi — edited Metastasio's text in several spots, at the ends of Act I and II in particular. The terzetto from Act II (No. 11 in the 1763 libretto) is quite advanced for its time, as such forms were to come into common usage in Italian opera seria two decades later. In the third finale, Jommelli accurately and majestically sets to music Metastasio's stage direction, written for the 1752 Madrid version and confirmed in the 1780-81 definitive edition. However, Jommelli and Verazi free the Licenza (Neptune's song) from its tight historical references to mid-18th-century Spain. In the second part of the essay, Jommelli's writing in Didone is discussed through comparisons to Hasse and Vinci. The composer displays an utterly modern style here, especially in his clever handling of the orchestra, which is given an important role. The melodic expression is quite advanced as well, and closely follows both the explicit and the implied dramatic content.

Published

06/01/2014

Issue

Section

Saggi