La Datira, un dramma ritrovato di Giulio Rospigliosi

Authors

  • Teresa Chirico

Abstract

Presso l’Archivio di Stato di Spoleto è conservato un libretto anonimo intitolato La Datira. L’intreccio si basa sul conflitto politico e amoroso tra le tre casate reali di Danimarca, Svezia e Norvegia durante una guerra del X secolo. La scelta di un tema ‘nordico’ va vista in relazione col fatto che tale libretto inaugurò il teatro di Siena (1647), e il riferimento a quelle regioni doveva probabilmente omaggiare un «heroe toscano» citato nel prologo, identificato in Mattias de’ Medici, governatore di Siena che aveva combattuto durante la fase svedese della Guerra dei Trent’anni. L’autore del libretto resterebbe sconosciuto se non fosse che Giovanni Antonio Bianchi, in Dei vizj e dei difetti del moderno teatro (1753), riferisce di un «dramma cristiano» intitolato La Datira, opera di Giulio Rospigliosi e indicato dal teorico come un’efficace sintesi tra le ragioni del teatro e i valori cristiani. Le incongruenze tra la trattazione di Bianchi e l’effettivo contenuto del libretto (che non presenta una particolare ‘cristianità’) sembrano prendere le forme di una sorta di raggiro letterario perpetrato dall’arcade.

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The State Archive of Spoleto preserves an anonymous libretto entitled La Datira. The plot displays the political and love conflict between the royal houses of Denmark, Sweden and Norway, during a war in the tenth century. The choice of this subject is linked to the fact that this libretto inaugurated the theatre of Siena (1647), and the reference to northern countries was probably intended to celebrate a «heroe toscano» mentioned in the prologue, now identified as Mattias de’ Medici, governor of Siena who fought during the Swedish phase of the Thirty Years War. The author of the libretto would be unknown if Giovanni Antonio Bianchi, in his Dei vizj e dei difetti del moderno teatro (1735), had not referred to a «dramma cristiano» by Giulio Rospigliosi entitled La Datira, pointed to by the theorist as a successful joining of theatrical demands and Christian values. The incongruities between Bianchi’s treatise and the actual content of the libretto (which does not stand out as particularly Christian) could be explained as a literary deception carried out by the Arcadians.

Author Biography

Teresa Chirico

È laureata in Lettere ad indirizzo musicologico presso l’Università “La Sapienza” di Roma, diplomata in Pianoforte e in Canto. Ha partecipato a numerosi convegni (SIdM, Università del Galles, FIMTE in Spagna). Suoi contributi sono comparsi in prestigiose riviste italiane e internazionali («Analecta musicologica»; «Studi Musicali»; «The Galpin Society Journal»). È autrice de Il fondo musicale della Biblioteca Painiana (1992) e di Filarmonici in marcia (2008). Ha curato edizioni di musiche e steso alcune voci per il DBI e il MGG. Insegna Storia e storiografia della musica al Conservatorio “L. Refice” di Frosinone.

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Graduate in Literature at “La Sapienza” University of Rome and holder of a diploma in piano and singing. She took part in many conferences (SIdM, University of Galles, FIMTE in Spain) and has published in outstanding Italian as well as international journals («Analecta Musicologica»; «Studi Musicali»; «The Galpin Society Journal»). She is the author of Il fondo musicale della Biblioteca Painiana (1992) and of Filarmonici in marcia (2008). She has edited musical editions and has written some entries for DBI and MGG. She is now teacher of Musical history and historiography at the Conservatory “L. Refice” of Frosinone.

Published

10/25/2013

Issue

Section

Saggi