Gesto, intenzionalità, indeterminazione nella poetica di Berio fra il 1956 e il 1966

Authors

  • Marco Uvietta

Abstract

L’obiettivo principale del presente saggio è la definizione della poetica di Luciano Berio attraverso l’analisi dei suoi scritti apparsi fra il 1956 e il 1966. In questo decennio la natura perlopiù apologetica della produzione saggistica di Berio corrisponde al percorso di ricerca
e acquisizione di uno stile personale, di cui Sequenza III (1966) è paradigmatica espressione. Negli scritti di quegli anni, una prima preoccupazione sembra essere il superamento della poietica seriale a favore di una poetica del gesto; con essa Berio prende le distanze da ogni forma di strutturalismo fiducioso in una comunicabilità intrinseca dei processi sonori. Significativamente, il 1966 è anche l’anno in cui Berio è impegnato nell’edizione del Combattimento di Monteverdi e, subito dopo, nella composizione di Gesti per alto recorder, mentre sul fronte saggistico traspaiono riferimenti al concetto brechtiano di ‘gesto sociale’. Nel presente saggio, il concetto di intenzionalità – centrale nella poetica di Berio – viene affrontato in termini di rapporto fra gesto e materiale. Il tema ricorrente della ‘formatività della forma’, ossia la dialettica fra intenzionalità e indeterminazione, viene fatto risalire al concetto di ‘formatività’ di Pareyson, cui si ispira anche l’“opera aperta” di Eco.

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The primary objective of this essay is to define the poetics of Luciano Berio through an analysis of his writings between 1956 and 1966. Over the course of that decade the encomiastic quality of Berio’s essays achieved its essentiel expression, which can be seen
most clearly in his Sequenza III. In his writings of the time, his priority seems to have been to overcome serial poiesis in favor of a poetics focusing on the gesture; in adopting the latter, Berio is able to keep his distance from any form of structuralism that believes in an intrinsic communicability of the sound process. Significantly, 1966 is also the year when Berio was engaged with the editing of Monteverdi’s Combattimento and with the composition of Gesti for alto recorder, while in his essays we find references to Brecht’s concept of ‘social gesture’. In this paper the concept of intentionality, which is central to
Berio’s poetics, is taken as the rapport between gesture and material.
The recurring theme of ‘formativity of the form’, i.e., the dialectics of intentionality and indetermination, is traced back to Pareyson’s concept of formativity, which inspires Eco’s Opera Aperta as well.

Published

06/21/2014

Issue

Section

Saggi