N. 48 (2013)

Rivista italiana di Musicologia copertina fascicolo 48 (2013)

EDITORIALE
Con questo fascicolo della «Rivista italiana di musicologia» fanno il loro esordio la nuova direzione, alla quale la Società Italiana di Musicologia ha accordato la sua fiducia nell'ottobre 2012, e un comitato scientifico completamente rinnovato. Il contenuto di questo numero della RIdM è frutto, peraltro, di uno sforzo condiviso: il nuovo gruppo di lavoro ha raccolto dal precedente comitato di redazione contributi, suggerimenti, contatti già avviati e finalizzati alla produzione di saggi e interventi critici; grazie a questa preziosa collaborazione - della quale ringraziamo calorosamente chi ci ha preceduto, in particolare il direttore, che si è adoperato perché il passaggio del testimone avvenisse nel modo più fluido possibile - abbiamo potuto affrontare il nostro compito senza l'assillo di dover partire da zero.Assumere la direzione di una rivista dalla storia ormai quasi cinquantennale, che per un lungo periodo ha presentato agli occhi del mondo i frutti migliori della musicologia italiana, comporta responsabilità elevate. Come si potrà constatare già da questo fascicolo, il nuovo comitato intende proseguire nell'impostazione e nella linea editoriale che hanno caratterizzato la RIdM nella sua insigne tradizione, mantenendone e incrementandone il livello qualitativo e rendendola un organo rappresentativo - nel nostro paese, ma non solo - della ricerca e del dibattito culturale che si muovono intorno alla musica. La RIdM conserva dunque la sua 'classica' struttura, improntata all'equilibrio tra la parte saggistica e gli apparati critici e documentaristici (le recensioni, le brevi schede d'informazione bibliografica, l'elenco dei libri ricevuti); altri contributi dedicati a questioni critiche o metodologiche, a recensioni problematizzate, a dibattiti in corso nella musicologia internazionale potranno trovare spazio nella sezione degli 'interventi'. La rivista torna inoltre a ispirarsi, nella veste redazionale e grafica, a quel principio di sobria eleganza che ne ha contraddistinto la storia sin dalle origini.Proseguendo nel processo di ammodernamento della RIdM, iniziato da qualche anno, il nuovo comitato darà un'applicazione rigorosa, nella scelta dei contributi, al sistema della peer-review (la revisione tra pari che comporta un referaggio anonimo, garanzia di qualità scientifica anche per i periodici dell'area umanistica). Conserverà l'abitudine di corredare i saggi di un abstract in lingua inglese; farà affidamento sugli strumenti informatici - dei quali la Società Italiana di Musicologia predispone l'allestimento - che permetteranno l'accesso online agli articoli pubblicati e l'utilizzo di diverse chiavi di ricerca nei fascicoli pregressi.Nell'intenzione di favorire sempre più i contatti e consolidare l'apertura internazionale della rivista, il comitato scientifico si è dotato di un'ampia rete di consulenti (advisors) di riconosciuto prestigio, attivi in campi disparati della musicologia e interessati alla cultura musicale italiana. Sono studiosi che potranno provvedere o sollecitare contributi, o fornire una consulenza nei casi in cui la natura di una proposta richieda particolari competenze specialistiche; con la loro esperienza potranno efficacemente supportare il lavoro del comitato, contribuendo a mantenerne alto il profilo scientifico.L'allargamento internazionale della prospettiva avrà anche un altro importante risvolto. A seguito di un'ampia riflessione, che ha coinvolto non solo il comitato della rivista ma anche il consiglio direttivo della Società Italiana di Musicologia, la RIdM ha deciso di ospitare in futuro anche contributi in lingua inglese. Non sarà la prima volta, a rigore: già nel 1975 il volume licenziato in onore di Nino Pirrotta aveva accolto contributi di studiosi anglofoni in lingua originale. Se allora l'operazione poteva trovare una giustificazione nell'apporto dato alla musicologia internazionale da uno studioso che aveva insegnato a lungo in università statunitensi, oggi le ragioni che ci guidano sono diverse. Pur non essendo insensibili alle ragioni di chi desidera preservare la lingua italiana anche nell'ambito degli studi musicologici, riteniamo che dare agli autori anglofoni la possibilità di scrivere nella loro lingua madre incrementi il numero dei potenziali collaboratori; senza contare che un allargamento della platea dei lettori non mancherà di favorire una maggiore diffusione e internazionalizzazione della rivista.La scelta dei saggi da pubblicare e la commissione di nuovi contributi terranno in considerazione, come in passato, le principali aree storiche e tematiche, le metodologie, gli orientamenti della musicologia contemporanea, prestando un'attenzione particolare alle nuove tendenze e ai grandi temi dibattuti in sede internazionale. Pur primariamente interessata alla storia musicale italiana in tutti i suoi aspetti, la RIdM non esclude alcun ambito di ricerca del settore musicologico: è aperta a contributi con prospettiva multidisciplinare e intende privilegiare punti di vista nuovi (purché saldamente documentati e metodologicamente aggiornati); il lettore si accorgerà che già alcuni tra i saggi compresi in questo fascicolo presentano queste caratteristiche. In un'epoca di specializzazione crescente e per certi versi esasperata, riteniamo che non sia privo di senso trattare temi generali, invitare alla riflessione metodologica, o aprire nuove prospettive su terreni già dissodati: se ne può avvantaggiare non solo la nostra disciplina, ma l'intero complesso delle scienze umane, all'interno delle quali la musicologia mostra oggi, forse, una delle facce più vivaci.Questo numero esce in un momento di particolare difficoltà per la cultura e la ricerca italiane, più di altri settori colpite da tagli drammatici e vittime di una crisi più ampia - economica, politica, sociale - della quale non si intravedono gli sbocchi. La RIdM non può più contare sulle sovvenzioni che in passato ne hanno garantito l'esistenza; costretta a far conto solo sulle proprie forze, deve - e dovrà sempre più in futuro - appoggiarsi al sostegno dei suoi lettori e al generoso e disinteressato contributo di chi offre al nostro progetto il proprio lavoro e le proprie energie intellettuali. Ringrazio personalmente i colleghi del comitato scientifico per la preziosa disponibilità al lavoro di squadra; agli autori di saggi e recensioni, ai referenti internazionali, ai collaboratori della redazione esprimiamo la nostra gratitudine, nella speranza di poter contare ancora a lungo sulla loro appassionata dedizione.

Claudio Toscani

Pubblicato: 10/23/2013