organizzato da Conservatorio Statale di Musica "G.B. Pergolesi" di Fermo
Centro studi "Giuseppe Giordani" di Fermo

con il patrocinio di Regione Marche
Provincia di Ascoli Piceno
Comune di Fermo
Archivio Storico Arcivescovile
Società Italiana di Musicologia

con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo

 

Convegno internazionale di studi

Fermo, Auditorium del Conservatorio Statale di Musica "G.B. Pergolesi" (via dell'Università 16)

3, 4, 5 ottobre 2008

Programma (in pdf)

Sommario degli Atti

Resoconto

 

Si è svolto a Fermo dal 3 al 5 ottobre 2008 il convegno di studi "La figura e l'opera di Giuseppe Giordani", organizzato dal Conservatorio "G. B. Pergolesi" e dal Centro Studi "G. Giordani" con il patrocinio della SIdM.

Dopo i saluti di rito delle autorità locali e dei massimi rappresentanti del Conservatorio, i lavori sono stati aperti dalla relazione introduttiva di Franco Piperno che ha collocato la figura del compositore napoletano all'interno dell'ambiente musicale della seconda metà del secolo XVIII sottolineando l'importante ruolo dei compositori cosiddetti minori nella ridefinizione delle funzioni del compositore nella società settecentesca.
Ugo Gironacci ha invece illustrato i risultati conseguiti in circa un ventennio di ricerche sul compositore. Illustrando l'importante ruolo giocato in tal senso dal Centro Studi "G. Giordani" da lui diretto, lo studioso ha fatto il punto su quanto resta ancora da scoprire sul compositore napoletano e su cosa occorra mettere a fuoco dal punto di vista critico per comprenderne appieno l'operato.
Paolo Peretti ha centrato la sua relazione sulle cappelle musicali marchigiane sottolineando come già dal primo Settecento, ma con intensificazione nella seconda metà e verso la fine del secolo, si noti in alcune cappelle marchigiane piccole e grandi la circolazione di musicisti di scuola napoletana: da personaggi oggi oscuri o poco noti (Tommaso Caparchi, Andrea Speranza, ecc.) a celebri personalità, come Giuseppe d'Avossa a Pesaro, Giordani a Fermo e Zingarelli a Loreto.

La seduta pomeridiana, dedicata all'attività del musicista in alcune importanti piazze italiane, si è aperta con la relazione di Paolo Mechelli sulla attività di Giordani a Firenze con particolare riferimento alla rappresentazione dell'opera Caio Ostilio, a cui ha fatto seguito la relazione di Carmela Bongiovanni sulle fonti giordaniane conservate nelle principali biblioteche di Genova e sull'attività del musicista nei principali teatri cittadini.
Elisabetta Pasquini ha tracciato un articolato panorama sull'attività di Giordani a Bologna, città dove egli risiedeva e nella quale si conservano scarse tracce del suo passaggio; Giovanni Polin ha affrontato l'operato di Giordani a Venezia e nel Veneto regione nella quale il musicista svolse un'intensa attività come compositore per il teatro.
Takashi Yamada ha illuminato la collaborazione tra il musicista e il Teatro del Fondo di Napoli negli anni ottanta del Settecento attraverso i rapporti con l'impresario Aniello Riccardi.

La seduta mattutina del 4 ottobre è stata interamente dedicata alla musica sacra. Si è aperta con un intervento di Marina Marino su un Dixit di Giordani messo a confronto con analoghe composizioni di musicisti napoletani coevi, ed è poi proseguita con un confronto tra le due versioni del Salmo 69 Domine ad adiuvandum operato da Markus Engelhardt.
Paolo Maione ha parlato dei mancati rapporti di Giordani con la Cappella del Tesoro di San Gennaro mentre Lucio Tufano ha illustrato i rapporti di Giordani con un genere particolare quale era il Mottetto nella Napoli trado settecentesca.
La prima parte della seduta pomeridiana è stata dedicata a Giordani "teorico": Rosa Cafiero ha definitivamente confutato l'attribuzione a Giordani di un Trattato teorico conservato alla biblioteca del Conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli mentre Italo Vescovo ha passato in rassegna le fughe giordaniane attraverso un'analisi ricca di esemplificazioni.
La seconda parte ha invece dato inizio alle relazioni sulla drammaturgia giordaniana con Roberto Scoccimarro che ha presentato un confronto tra La disfatta di Dario di Giordani e l'omonima opera di Paisiello mentre Mario Armellini ha affrontato il complesso nodo della composizione della Nitteti su libretto di Metastasio.

La conclusiva mattinata del 5 ottobre si è aperta con la relazione di Roland Pfeiffer su alcuni aspetti delle opere buffe giordaniane ed è proseguita con l'intervento di Lorenzo Mattei sulla melodrammaturgia nelle ultime opere di Giordani.
La seconda parte della mattinata ha visto poi relazioni di Gabriele Moroni sui cantanti che si sono cimentati nelle opere di Giordani e di Francesco Paolo Russo che ha affrontato la tradizione dell'importante opera sacra La distruzione di Gerusalemme.