SOCIETÀ ITALIANA DI MUSICOLOGIA
COMUNE DI CAPUA
CONSERVATORIO “SAN PIETRO A MAJELLA” DI NAPOLI

 

Convegno internazionale di studi

Capua-Napoli

1-2 dicembre 2006

Locandina

Sommario degli Atti

Programma e resoconto

Capua, Chiesa dell'Annunziata - venerdì 1 dicembre 2006, ore 15.30: Saluti delle autorità

  • dott. Carmine Antropoli (Sindaco del Comune di Capua)
  • dott. Guido Taglialatela (Ass.re alla Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Capua)
  • mons. Giuseppe Centore
  • m° Vincenzo De Gregorio (Direttore del Conservatorio “San Pietro a Majella”
  • prof. Guido Salvetti (Presidente della Società Italiana di Musicologia)

 

Presiede Folco Perrino

  • Marina Mayrhofer, Martucci e la civiltà musicale del suo tempo
  • Pier Paolo De Martino, L'affermazione di Martucci a Napoli: gli anni della musica da camera e della Società del Quartetto
  • Dario Candela, Martucci interprete ma non di se stesso
  • Antonio Caroccia, «Ho proprio bisogno di una assoluzione plenaria»: presenze martucciane a “San Pietro a Majella”
  • Francesco Bissoli, Risvolti artistici del rapporto fra Martucci e Pagliara

 

Napoli, Conservatorio di Musica "S. Pietro a Majella" Sala Martucci - sabato 2 dicembre 2006, ore 9.30: Saluti delle Autorità

  • avv. Enrico Auricchio (Presidente del Conservatorio “San Pietro a Majella”)
  • m° Vincenzo De Gregorio (Direttore del Conservatorio “San Pietro a Majella”)

 

Presiede Guido Salvetti

  • Luigi Verdi, Giuseppe Martucci a Bologna
  • Folco Perrino, Giuseppe Martucci: l'interprete pianista
  • Vitale Fano, Stile italiano e spirito popolare nella Tarantella op. 44 n. 6 di Giuseppe Martucci
  • Alberto Fassone, Il sinfonismo di Giuseppe Martucci fra "italianità" e tradizioni germaniche
  • Bianca Maria Antolini, Alice Barbi, una cantante da camera nell'Ottocento italiano
  • Barbara Lazotti, Elementi di novità e tradizione nelle liriche di Martucci

  • Presentazione del CD Giuseppe Martucci: La Musica vocale da camera; Chiarastella Onorati, mezzosoprano - Luisa Prayer, pianista - Tactus TC 851302

 

Napoli, Conservatorio di Musica "S. Pietro a Majella" Sala Martucci - sabato 2 dicembre 2006, ore 15.00, presiede Marina Mayrhofer

  • Giorgio Sanguinetti, Gli ultimi maestri: la scuola napoletana al tempo di Martucci
  • Daniela Tortora, Martucci vs Alfano: appunti sulla scrittura orchestrale d'inizio secolo
  • Antonio Rostagno, Martucci e Puccini
  • Gaetano Stella, Giuseppe Martucci, Pietro Platania ed il carteggio mancante. Aspetti di una diversa concezione sinfonica
  • Johannes Streicher, Liebestod. Sgambati, Martucci, Bossi e la Germania - Morte prematura di un amore a prima vista?
  • Quirino Principe, Angeli neri sul mare della musica: i ricordi di Martucci, il canto lacrimante di Mahler, l'epilogo di Suk

 


Comitato scientifico: Vincenzo De Gregorio, Paologiovanni Maione, Guido Salvetti, Francesca Seller, Daniela Tortora, Agostino Ziino

Segreteria scientifica: Antonio Caroccia

Info:
Info Società Italiana di Musicologia
Sede: via dei Greci 18 - 00187 Roma
Recapito: Casella Postale 7256,
Ag. Roma Nomentano, I - 00162 Roma
tel. 340.5941462 e-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. 


Resoconto

In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita del compositore Giuseppe Martucci, presso la chiesa dell'Annunziata di Capua (1 dicembre 2006) e la sala Martucci del conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli (2 dicembre 2006), si è svolto il convegno nazionale di studi sull'opera e la figura del celebre artista capuano. L'iniziativa è stata organizzata dal Comune di Capua, dal conservatorio "San Pietro a Majella" e dalla Società Italiana di Musicologia.

Il convegno, articolato in tre sessioni, ha visto la presenza di numerosi musicologi ed esperti martucciani, che nelle giornate campane, da più angolazioni e punti di vista, si sono confrontati sull'importanza, sulla funzione e sull'incidenza di Martucci sia in ambito nazionale che europeo.

Dopo gli indirizzi di saluto di S.E. Mons. Bruno Schettino (arcivescovo di Capua), del dott. Guido Taglialatela (assessore alla Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Capua), di Mons. Giuseppe Centore (direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Capua), del maestro Vincenzo De Gregorio (direttore del conservatorio di Napoli) e del professore Guido Salvetti (presidente della SIdM), Taglialatela e Mons. Centore hanno consegnato al maestro Folco Perrino una scultura in pietra lavica raffigurante lo stemma della città di Capua.

Nella prima sessione dei lavori (venerdì 1 dicembre - pomeriggio), presieduta da Folco Perrino, Pier Paolo De Martino (L'affermazione di Martucci a Napoli: gli anni della musica da camera e della Società del Quartetto) ha analizzato i rapporti fra Martucci e la Società del quartetto, unica tra le consimili, nate nelle grandi città italiane nel secondo Ottocento, di cui mancano a tutt'oggi sia una ricostruzione completa del repertorio, che un documentato profilo complessivo. De Martino ha contribuito anche a definire in modo più preciso il contesto nel quale maturò l'affermazione del compositore nel panorama italiano.

Dario Candela (Martucci interprete ma non di se stesso) ha disegnato e ricostruito le occasioni e le opportunità in cui il compositore capuano, dapprima come pianista e successivamente come direttore d'orchestra, fu valente interprete non solo di se stesso.

Antonio Caroccia («Ho proprio bisogno di una assoluzione plenaria»: presenze martucciane a "San Pietro a Majella") ha analizzato e presentato le numerose fonti documentarie riguardanti l'attività di Martucci al conservatorio di Napoli (dapprima come insegnante e successivamente come direttore) e i rapporti epistolari intercorsi con Francesco Florimo, Lauro Rossi, Alessandro Longo, Rocco Eduardo Pagliara, Carlo Sebastiani, Camillo De Nardis, ecc. Documentazione, in gran parte inedita, conservata nella biblioteca e nell'archivio del conservatorio, che riveste oggi notevole interesse per gli aspetti storico-biografici legati alla vita e all'opera di questo compositore.

Francesco Bissoli (Risvolti artistici del rapporto fra Martucci e Pagliara) è intervenuto sui risvolti artistici del rapporto di profonda amicizia che sino alla fine della sua esistenza legò Martucci a Rocco Eduardo Pagliara. L'indagine è stata resa possibile dalla consultazione del carteggio e di alcuni autografi musicali conservati presso la Fondazione Pagliara dell'Istituto Suor Orsola Benincasa, da cui trapelano diversi aspetti legati al conservatorio di San Pietro a Majella, alla produzione di lavori cameristico-vocali e alla fortuna italiana del teatro wagneriano.

La conclusione della prima giornata di lavori è stata affidata a Daniela Tortora (Martucci vs Alfano: appunti sulla scrittura orchestrale d'inizio secolo), la quale ha delineato e tracciato l'immagine dell'artista capuano che fu elaborata negli anni successivi alla sua scomparsa, mettendo in luce come il compositore sia debitore della grande letteratura romantica (Schumann, Mendelssohn). Questa analisi è stata condotta attraverso lo studio di alcuni autografi martucciani custoditi presso la biblioteca del conservatorio di Napoli (in particolar modo delle opere orchestrali realizzate agli inizi del XX secolo a partire da alcune composizioni pianistiche e/o cameristiche, quali Notturno, Andante in Sib, etc.) e grazie alla lettura critico-interpretativa di Francesco d'Avalos. Attraverso questo studio è possibile notare come la ricerca di impasti sonori e timbrici, adoperati da Martucci, hanno costituito il rovello degli anni giovanili, nonché delle più riuscite prove sinfoniche di Franco Alfano.

La seconda sessione dei lavori (sabato 2 dicembre - mattina), presieduta da Guido Salvetti, si è aperta con i saluti del presidente del conservatorio di Napoli (avv. Enrico Auricchio) e del direttore (maestro Vincenzo De Gregorio). Marina Mayrhofer (Martucci e la civiltà musicale del suo tempo) ha chiarito come la letteratura bibliografica martucciana sembra sottintendere alcuni problemi di ordine prioritario, rispetto al tipo di collocazione riservata a questo musicista nel panorama culturale europeo. Tra le premesse ha espresso alcune considerazioni sul «contrasto polare» tra Brahms e Wagner, in quanto lo stesso artista sia come interprete che come compositore aveva assimilato quella koiné stilistica dei due maestri. Ha proposto, inoltre, interessanti spunti scientifici sulla produzione martucciana, che ci induce a riconsiderare tutta una fase storica della musica strumentale italiana della fine dell'800, che fa capo ad autori come Foroni, Bottesini e Bazzini.

Folco Perrino (Giuseppe Martucci: l'interprete pianista), profondo conoscitore del compositore capuano, si è soffermato sull'attività pianistica di Martucci sia come interprete che come compositore, analizzando in particolar modo la conformazione anatomica delle mani dell'artista, l'apprendistato musicale nella scuola napoletana e l'analisi delle composizioni e del repertorio pianistico dello stesso, anche, attraverso la lettura critica delle recensioni dell'epoca.

Vitale Fano (Stile italiano e spirito popolare nella Tarantella op. 44 n. 6 di Giuseppe Martucci) ha analizzato la Tarantella op. 44 di Martucci, sia nella versione pianistica che in quella orchestrale, offrendo interessanti osservazioni sulla concezione musicale di Martucci in relazione anche, con l'interesse per la musica popolare, che l'autore dimostra in diverse occasioni. Il ricorso al folklore ha poi offerto l'occasione per segnalare analoghe esperienze di altri compositori contemporanei di Martucci, cercando, infine, di individuare e chiarire alcuni orientamenti stilistici dell'opera martucciana.

Alberto Fassone (Il sinfonismo di Giuseppe Martucci fra 'italianità' e tradizioni germaniche) ha indagato il rapporto fra la concezione della forma nelle sinfonie del compositore capuano, soffermandosi in modo particolare sulla prima sinfonia in re minore (1895), ed i diversi 'modelli' sinfonici d'oltralpe verso i quali Martucci poté orientarsi. Fassone scorge anche, nella concezione di un ciclo sinfonico orientato teleologicamente verso il finale, un possibile influsso del modello sinfonico 'idealtipico' di Anton Bruckner, le cui sinfonie Martucci probabilmente conosceva, anche se non le inserì mai nel suo repertorio di direttore d'orchestra.

Bianca Maria Antolini (Alice Barbi, una cantante da camera nell'Ottocento italiano) ha ricostruito le vicende, le fortune e il contesto artistico in cui operò una tra le maggiori artiste brahmsiane dell'epoca, quale la mezzosoprano Alice Barbi, una delle prime voci specializzate nel repertorio cameristico, che fu legata artisticamente anche a Martucci e che diede prova di apprezzare le composizioni del compositore capuano inserendole spesso nei suoi concerti.

Barbara Lazotti (Elementi di novità e tradizione nelle liriche di Martucci) ha esaminato la produzione per canto e pianoforte di Giuseppe Martucci legata al periodo bolognese, tratta soprattutto dai testi di Corrado Ricci. La composizione dei due Sogni, delle Pagine Sparse e di Ballando su testi di Ricci e le tre Liriche su poesie di Carducci costituiscono per Martucci un importante momento di riflessione estetica e culturale. Egli comprende, infatti, che è possibile creare una successione di liriche inserite in un sistema coerente, anche se di piccole dimensioni, e affronta in essa problemi di linguaggio, di stile e di struttura che concorrono all'evoluzione complessiva della sua poetica.

La terza e ultima sessione (sabato 2 dicembre - pomeriggio), presieduta da Marina Mayrhofer, si è aperta con la relazione di Giorgio Sanguinetti (Gli ultimi maestri: la scuola napoletana al tempo di Martucci) che ha affrontato in maniera critica e storica il periodo di apprendistato musicale di Martucci al conservatorio di Napoli dal 1867 al 1871 e ha analizzato in che misura la gloriosa tradizione pedagogica napoletana fosse ancora vivente e se questa, nel corso dei secoli, avesse subito delle trasformazioni. Tutto ciò attraverso la scrupolosa e attenta analisi di alcune raccolte manoscritte di esercizi di composizione conservate nella biblioteca del conservatorio di Napoli.

Luigi Verdi (Giuseppe Martucci a Bologna) ha disegnato e ricostruito il periodo bolognese di Martucci sia come direttore del locale Liceo musicale sia come direttore dell'orchestra sinfonica di Bologna, In modo particolare si è concentrato sugli avvenimenti del 1888: l'incontro con Johannes Brahms e la direzione del Tristano e Isotta di Wagner. Infine, sul concerto del 1901 in memoria di Giuseppe Verdi, che fu sostanzialmente l'unica occasione nella quale Martucci diresse musica del maestro italiano. Luigi Verdi ha fornito, anche, un elenco completo dei concerti diretti da Martucci a Bologna, e supportati dalla visione di alcuni documenti e fotografie di rara reperibilità.

Antonio Rostagno (Martucci e Puccini. Decadentismo musicale italiano) partendo dalla definizione storico-letteraria di Decadentismo data da Croce, Russo, Flora, Binni e da quella critica fornita da Norberto Bobbio e Carlo Salinari, solo per citarne alcuni, ha inteso dimostrare come anche in campo musicale attraverso la visione di Martucci e Puccini (prima del 1910) sia possibile parlare di "Decadentismo musicale". Ciò è evidente in alcune analogie compositive che si ravvisano negli ultimi atti di Manon, Bohème, Tosca, così come nei movimenti finali del Trio in do maggiore, la Prima Sinfonia, La canzone dei ricordi di Martucci. Martucci e Puccini nel rifiuto del reale, in questa anti-positivistica e consolatoria visione dell'arte, testimoniano un comune fondamento etico, ancora una volta radicalmente vicino ai principi del Decadentismo europeo, così come è stato definito dai critici letterari sopracitati.

Gaetano Stella (Giuseppe Martucci, Pietro Platania ed il carteggio mancante. Aspetti di una diversa concezione sinfonica) ha messo in luce come tra Pietro Platania e Giuseppe Martucci, nonostante la lunga convivenza al conservatorio di Napoli (Platania direttore, Martucci docente di pianoforte), non ci fu mai grande stima o amicizia. Tutto ciò testimoniato dall'assenza di documenti nel fondo Platania della biblioteca del conservatorio di Napoli (fatta eccezione per un biglietto da visita di Martucci), come anche dai poco lusinghieri commenti all'indirizzo di Platania, presenti nel carteggio Pagliara-Martucci conservato presso la biblioteca dell'Istituto Suor Orsola Benincasa. Stella cerca di dar conto della concreta incompatibilità artistica dei due musicisti, per mezzo di una disamina delle particolarità formali del repertorio sinfonico di Platania ed in particolare del suo ultimo lavoro, il Concerto orchestrale, scritto per la commemorazione di Verdi nel 1901, attraverso la quale si coglie l'estremo tentativo di traghettare la tradizione formale e contrappuntistica napoletana nel nuovo corso intrapreso dalla musica strumentale italiana post-unitaria.

Johannes Streicher (Liebestod. Sgambati, Martucci, Bossi e la Germania - Morte prematura di un amore a prima vista?) ha ricostruito attraverso la critica tedesca del tempo le fortune e le sfortune di Sgambati, Martucci e Bossi, unici artisti italiani del tempo che riuscirono a rivaleggiare con i grandi e titanici compositori d'oltralpe.

Quirino Principe (Angeli neri sul mare della musica: i ricordi di Martucci, il canto lacrimante di Mahler, l'epilogo di Suk) ha confrontato le partiture della Canzone dei ricordi di Martucci, il Canto lacrimante di Mahler, l'Epilogo di Suk dimostrando come, se anche all'apparenza possono essere composizioni distanti tra loro, in fondo esse siano legate da una sottile e continua linea compositiva che parte da Martucci per giungere al poco conosciuto ed eseguito Epilogo di Suk.

In conclusione Folco Perrino e Quirino Principe hanno presentato il cd Giuseppe Martucci: La Musica vocale da camera, con le interpreti Chiarastella Onorati (mezzosoprano) e Luisa Prayer (pianoforte), per la casa discografica Tactus (TC 851302). Il programma del compact presenta un settore tuttora poco eseguito della produzione di Martucci, dove emerge un raffinato gusto lirico, una freschezza tematica, una cura dell'accompagnamento pianistico che portano questi lavori a un livello superiore del puro repertorio da salotto della fine del XIX secolo.

Antonio Caroccia