Architetture sonore nel Rinascimento: dal misterioso al puro ascolto

di Francesco Rocco Rossi
giovedì 4 giugno 2020 - ore 17:00

È vero – come spesso si dice – che nel XV sec.  la composizione musicale era intrisa di significati nascosti? Ebbene sì. Perlomeno nel primo Quattrocento le composizioni dei grandi maestri franco-fiamminghi celavano architetture sonore a volte complicate che, sebbene molto fascinose, restavano confinate al progetto compositivo. Isoritmia, gematria, acrostici, sezioni auree e altre implicazioni simboliche quasi mai giungevano alle orecchie degli ascoltatori pur mantenendo inalterata la propria funzione di vero e autentico significato dell’opera. Ma qualcosa di nuovo era destinato a giungere dall’Inghilterra lentamente modificando l’approccio compositivo ed estetico-musicale. E fu così che nel secondo Quattrocento ci si avviò verso una sempre maggiore percepibilità e con essa la struttura musicale già plasmata sulla charta iniziò a prender forma sensibile durante l’ascolto. Aprendo così la diversa stagione compositiva del XVI sec.

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