Convegno di studi

Reggio Calabria, Sala dei Concerti «G. Scopelliti» del Conservatorio, Via Aschenez prolungamento, 1

6 - 7 ottobre 2006

Dépliant

Sommario degli Atti

Programma e resoconto

VENERDÌ 6 OTTOBRE, ORE 16.00

  • Indirizzi di saluto e introduzione dei lavori
  • ANTONINO SORGONÀ, Direttore del Conservatorio
  • RITA FRANCO MATTIANI, Presidente del C.d.A. del Conservatorio
  • MARINA CARLONI, Presidente ISMEZ / Onlus
  • BIANCA MARIA ANTOLINI, Presidente della Società Italiana di Musicologia 

 

ORE 16.30, I SESSIONE - presiede: CESARE ORSELLI

  • ALBERTO MANTICA, Una testimonianza della famiglia sulla figura di Francesco Mantica.
  • MARIA GRANDE, Francesco Mantica: appunti per una biografia.
  • GAETANO PITARRESI, La famiglia Mantica nella vita culturale e musicale reggina. 

 

SABATO 7 OTTOBRE

ORE 9.30: II SESSIONE - presiede: GUIDO SALVETTI

  • BIANCAMARIA ANTOLINI, La musicologia in Italia agli inizi del Novecento.
  • ANNALISA BINI, Francesco Mantica direttore della Biblioteca dell'Accademia di Santa Cecilia.
  • MATTEO SANSONE, I libretti per Mantica.
  • CESARE ORSELLI, Le liriche da camera di Francesco Mantica. 

 

ORE 16.00: III SESSIONE - presiede BIANCAMARIA ANTOLINI

  • GUIDO SALVETTI, Alla corte della regina Margherita: una corona per la musica da camera italiana tra Otto e Novecento.
  • NICOLÒ MACCAVINO, Il Quartetto in do minore di Francesco Mantica: testo e contesto.
  • TONINO BATTISTA, Francesco Mantica: tratti stilistici della produzione per orchestra. 

 

SABATO 7 OTTOBRE CONCERTO

ORE 19.00, Musiche di Francesco Mantica

Quartetto per archi in do minore (1905)
Allegro agitato
Scherzo
Andante cantabile
Finale vivo con passione

PASQUALE FAUCITANO violino
PAOLA RUSSO violino
ROSARIA MASTROSIMONE viola
LUISA MORABITO violoncello

Sonata in do maggiore per violino e pianoforte (1906)
Allegro
Andante sostenuto
Allegro festoso

FRANCESCA GIUFFRÈ violino
GIANROSARIO PRESUTTI pianoforte

Liriche per canto e pianoforte
Rendete a me quel cor (1900)
A Ebe (1947)
Eu t'amu (1945)
Caccia d'amuri (1892)
Ondeggiano i letti di rose (1916)

ANNA MARIA CASILE soprano
GIANROSARIO PRESUTTI pianoforte
 

 

Comitato scientifico: MARIA GRANDE, CESARE ORSELLI, GAETANO PITARRESI, ANTONINO SORGONÀ

CONSERVATORIO DI MUSICA "Francesco Cilea"
REGGIO CALABRIA
INFORMAZIONI
Via Aschenez prolungamento, 1
89123 Reggio Calabria
Tel: 0965-812223; Fax 0965-24809
e-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
sito web: http://digilander.iol.it/conservatoriocilea

ISTITUTO NAZIONALE PER LO SVILUPPO MUSICALE NEL MEZZOGIORNO - ONLUS
CONTATTI STAMPA
Sonia Teramo, Roberta Travaglini
Via degli Scipioni, 175 – 00192 Roma
Tel: 06-3242440 / 06-32501316; Fax 06-3244318
e-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
sito web: http://www.ismez.org


Resoconto

Nei giorni 6-7 ottobre 2006 si è svolto a Reggio Calabria il convegno di studi "Francesco Mantica e il 'Risorgimento civile degli Italiani': tendenze musicali alla vigilia del Primo Conflitto Mondiale", organizzato dal Conservatorio di musica "F. Cilea", in collaborazione con l'ISMez e con il patrocinio della Società Italiana di Musicologia.

Il convegno, centrato sulla figura del compositore e musicologo Francesco Mantica (Reggio Calabria, 1875 - Roma, 1970), ha offerto occasione di approfondimenti sulla sua attività nel contesto della vita musicale calabrese e romana tra Otto e Novecento. La manifestazione è stata resa possibile dalla disponibilità dei discendenti del compositore, presenti ai lavori, i nipoti Alberto e Marcello, a fornire materiale documentario, manoscritti e stampe delle opere del Mantica.

Dopo il saluto ai convegnisti del direttore del Conservatorio, Antonino Sorgonà, del Presidente del CdA, Rita Franco Mattini, di Sonia Teramo, in rappresentanza dell'ISMez, e del presidente della SIdM, Bianca Maria Antolini, Maria Grande ha avviato la serie delle relazioni (Francesco Mantica: appunti per una biografia) offrendo una dettagliata disamina dei tre periodi fondamentali della vita del musicista: gli anni giovanili trascorsi al Conservatorio di Santa Cecilia, con il graduale ma rapido inserimento nella vita musicale romana e l'esecuzione delle sue composizioni nelle sedi più prestigiose; il lungo periodo trascorso presso la Biblioteca Governativa come direttore, che registrò un significativo rallentamento della attività di compositore, bilanciato da un costante impegno nel riordino e nel rilancio della biblioteca stessa; gli anni successivi alla messa a riposo, negli anni Quaranta, nel corso dei quali si dedicò all'insegnamento prima e poi alla direzione del Liceo musicale Rosati a Roma. Fu in questo periodo che si intensificò la sua presenza nella vita musicale di Reggio Calabria e al quale si ascrivono le numerose canzoni in lingua e in vernacolo, legate alla tradizione popolare calabrese. Successivamente la relatrice ha passato in rassegna l'intera produzione del compositore. Infine, attraverso un attento esame della documentazione offerta da periodici e riviste, ha riferito sulla fortuna critica del compositore, la cui attività fu seguita con interesse e continuità dalla stampa nazionale e locale sin dai primi anni della permanenza a Roma.

Nella sua relazione (La famiglia Mantica nella vita culturale e musicale reggina) Gaetano Pitarresi ha illustrato il ruolo svolto dagli esponenti della famiglia Mantica nel contesto calabrese, anche nell'ottica del fecondo rapporto che essi mantennero con la città d'origine dopo il trasferimento a Roma, deciso da Ignazio, padre di Francesco e Giuseppe, negli ultimi anni dell'Ottocento per assicurare ai figli il completamento degli studi universitari e nuove e migliori opportunità di carriera. Dopo aver delineato l'ambiente culturale e musicale reggino in cui si formò Francesco Mantica, Pitarresi si è soffermato sulla figura di Giuseppe (Reggio Calabria 1865-Ariccia 1907), scrittore e uomo politico, segretario particolare, poi capo di gabinetto del ministro Guido Baccelli, nonché deputato nelle legislature del 1900 e del 1905. Prendendo in esame le composizioni di Verdi, Cilea, Leoncavallo, Marchetti, Costa, Saya e Sgambati contenute nel numero unico della rivista «Fata Morgana», che fu pubblicato nel 1894 su iniziativa di Giuseppe Mantica per raccogliere fondi in favore delle popolazioni della Calabria meridionale danneggiate nel novembre 1894 da un violento terremoto, sono stati evidenziati gli influssi tedeschi e francesi presenti nella realtà musicale italiana in quel volgere di anni.

Bianca Maria Antolini (La musicologia in Italia agli inizi del Novecento) ha delineato le attività della neonata musicologia italiana nei primi anni del '900: i risultati della ricerca vengono comunicati attraverso alcune riviste (soprattutto la «Rivista Musicale Italiana») e con la partecipazione a congressi, come per esempio il Congresso internazionale di musica svoltosi a Roma nel 1911; i musicologi si associano a partire dal 1908 nell'Associazione dei Musicologi italiani con l'intento di procedere a una catalogazione dell'immenso patrimonio musicale italiano. Un particolare impegno viene rivolto in questi anni all'edizione di musiche del passato, soprattutto nell'ambito della polifonia rinascimentale, della musica strumentale del Cinque, Sei e Settecento, del melodramma del Seicento e più raramente del Settecento. La Antolini si è poi soffermata sulle manifestazioni musicali dell'Esposizione romana del 1911: il progetto prevedeva il coinvolgimento dei più attivi musicologi di quegli anni nell'allestimento di opere musicali del passato. In conclusione, la Antolini ha fatto notare come, pur mossa da un evidente impegno ideologico di stampo nazionalistico, la ricerca musicologica di quegli anni abbia avuto il merito di dissodare interi settori della storia musicale e di mettere in circolazione una gran quantità di musica che venne anche spesso eseguita in concerti di taglio storico.

Annalisa Bini (Francesco Mantica direttore della Biblioteca dell'Accademia di Santa Cecilia) ha ricostruito l'attività romana del musicista, con riferimento agli incarichi ricoperti presso l'Accademia di Santa Cecilia, di cui divenne, agli inizi del Novecento, aiuto bibliotecario prima di insediarsi come direttore della Biblioteca dell'Accademia e di quella Governativa. La relatrice ha ripercorso le fasi che portarono alla divisione del patrimonio librario dell'Accademia e di quello di pertinenza dello Stato, ribadita quando nel 1911 il Liceo musicale fu eretto in ente morale, evidenziando il ruolo svolto dal Mantica in questo processo e nel periodo successivo. Le sue benemerenze gli valsero, nel 1913, la nomina ad accademico di Santa Cecilia.

Matteo Sansone (I libretti per Mantica) si è occupato della produzione teatrale, costituita dalle opere Liberta, Faleria, L'ultimo bacio, Re Candàule, e da due coreografie: Nei gorghi! e Aci e Galatea. Sansone ha evidenziato che si tratta di lavori mai eseguiti e di datazione incerta tranne per Faleria, composta tra il 1914 e il '18. Proprio negli anni del primo conflitto mondiale si rileva la maggiore vicinanza del Mantica agli ambienti dell'avanguardia romana (nel 1917 il periodico «Ars Nova», organo della Società Italiana di Musica Moderna fondata da Casella, lo include nell'elenco dei 117 soci), una contiguità che influì non solo sulla sua produzione strumentale ma anche sulla sua realizzazione più apprezzabile nel campo del melodramma, la 'tragedia lirica' Faleria su libretto di Ottone Schanzer, ben noto come traduttore di opere di Strauss e autore di testi teatrali per Alberto Gasco e Bruno Barilli. La tentazione del teatro d'opera portò il Mantica a scelte velleitarie o semplicemente conformistiche, come nel caso dell'atto unico di genere verista L'ultimo bacio, su libretto del reggino Francesco Geraci. Gli esiti furono generalmente modesti. Più degni di attenzione appaiono i saggi di musica strumentale, mentre va comunque apprezzato il frutto delle sue fatiche di musicologo e curatore editoriale.

Nel suo intervento Cesare Orselli (Le liriche da camera di Francesco Mantica) si è soffermato sulla quindicina di liriche scritte dal Mantica nel corso della sua lunga esistenza. Sebbene Mantica si possa collocare, per data di nascita e formazione, all'interno della Generazione dell'Ottanta, la sua lirica da camera, che si dispone in un ampio arco di tempo, senza alcuna sistematicità, si pone ancora sulla linea della romanza da salotto tostiana: non solo egli adotta talvolta forme strofiche, ma sceglie testi di contenuto sentimentale e di media qualità letteraria (solo un recupero "antico" di Metastasio e un D'Annunzio). Interessanti alcuni recuperi di gusto "strapaese" con l'adozione di testi in dialetto calabrese.

Guido Salvetti (Alla corte della regina Margherita: una corona per la musica da camera italiana tra Otto e Novecento) ha offerto una circostanziata panoramica delle tendenze musicali presenti nella musica strumentale italiana e del progressivo sostituirsi dell'influsso francese a quello tedesco, ancora dominante alla fine del sec. XIX, ed il cui principale fautore era stato Giovanni Sgambati. Salvetti ha esaminato in particolare la vita concertistica sviluppatasi presso la corte sabauda, ed i tradizionali appuntamenti rappresentati dalle esibizioni del "Quintetto della Regina" al Quirinale, il cui repertorio era costituito in prevalenza da musica tedesca.

Nicolò Maccavino (Il Quartetto in do minore di Francesco Mantica: testo e contesto) ha ricostruito le fasi che portarono alla composizione indi alla esecuzione del Quartetto, i cui due movimenti centrali erano stati scritti da Mantica come saggio finale del suo corso di studi presso la Regia Accademia di Santa Cecilia. Il relatore ha poi sviluppato una attenta analisi delle peculiarità stilistico-formali dell'opera, che è stata posta a confronto con la coeva produzione cameristica.

Tonino Battista (Francesco Mantica: tratti stilistici della produzione per orchestra) si è occupato di alcune tra le composizioni di Mantica per orchestra, originali o trascrizioni di precedenti lavori con altra destinazione. Il relatore ha considerato non le caratteristiche semantiche del loro linguaggio, bensì l'uso dello strumento "orchestra", ivi incluso l'aspetto linguistico che da tale uso ne consegue, e la possibilità di rintracciare attraverso di esso una evoluzione del percorso artistico del musicista. Il lavoro è stato svolto su un campione di partiture, un gruppo di sei lavori la cui datazione si distribuisce nell'arco di un sessantennio (ca. 1910-1960) ed evidenzia lo stretto legame di queste opere con la tradizione compositiva tardo ottocentesca acquisita da Mantica attraverso gli insegnamenti di Stanislao Falchi. È stato inoltre possibile ascoltare alcune pagine di Francesco Mantica, ed in particolare il Quartetto per archi in do minore (1905), la Sonata in do maggiore per violino e pianoforte (1906) e una scelta delle Liriche, in esecuzioni affidate a Pasquale Faucitano, Paola Russo, Rosaria Mastrosimone, Luisa Morabito, Francesca Giuffré, Gianrosario Presutti, Anna Maria Casile. La pubblicazione degli atti del convegno è prevista nei primi mesi del 2008.

Gaetano Pitarresi