in collaborazione con Università di Tor Vergata, Roma,
Società Italiana di Musicologia
e Istituto Italiano per la Storia della Musica
 

Convegno internazionale di studi nell'ambito del progetto “Monsù Hendel in Italia”

Roma, Auditorium Parco della Musica Teatro Studio

12-14 ottobre 2007

Dépliant 

Sommario degli Atti

Programma e resoconto

Il convegno si propone di indagare, attraverso i contributi dei maggiori studiosi del campo, il repertorio della cantata italiana da camera in un periodo che va dalla fine del Seicento ai primi due decenni del Settecento.
Il soggiorno italiano di Händel, così cruciale per gli esiti della produzione del Sassone nel repertorio vocale, si colloca proprio al centro di questo periodo.
Gli studi sulla cantata da camera hanno conosciuto negli ultimi anni una notevole accelerazione, nella quantità e nella qualità; le tre giornate affronteranno dunque diversi ambiti: la storia delle fonti musicali che contengono cantate, la committenza, i contenuti testuali, fortuna e circolazione dei testi poetici, il rapporto con le forme della musica stumentale, il ruolo dei cantanti, il rapporto testo-musica e, infine, uno sguardo sulle nuove prospettive di ricerca.

Monsù Endel in Italia 1706-1709. Tre secoli dopo il viaggio italiano di Händel

Progetto nazionale proposto e coordinato da Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia (Cremona) e dal Centro diMusica Antica Pietà de’ Turchini (Napoli) in collaborazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia, (Roma) Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Società Italiana di Musicologia, Associazione “Hendel” (Milano), Istituto Storico Germanico (Roma), Istituto Italiano per la Storia della Musica (Roma), Fondazione Maggio Musicale Fiorentino (Firenze), Facoltà di Design e Arti iuav (Venezia)

Gli anni del viaggio in Italia di Händel, tra il 1706 e il 1709, sono sempre stati considerati fondamentali nella maturazione di uno dei più grandi compositori della storia della musica. Dopo Vivaldi, Händel è forse oggi l’autore settecentesco con il maggior numero di incisioni discografiche e riprese concertistiche nel mondo. L’Italia ha iniziato tardi questa rivalutazione, e sono ancora estremamente rare le esecuzioni di musiche händeliane nel nostro Paese, in particolare gli allestimenti operistici. Eppure l’intera produzione del grande Sassone è incentrata sui suoi rapporti con l’Italia e con i maestrimeridionali la cui influenza sfiora a volte l’autentico plagio.

Il progetto permette, nel triennio 2006-2009, di ripercorrere il viaggiomusicale italiano di Händel e di avviare un fecondo itinerario di rivalutazione e riscoperta nel nostro Paese della sua produzione musicale e dei rapporti vicendevoli con lamusica prodotta in Italia negli stessi anni.

 

Venerdì 12 ottobre ore 15,00: Apertura lavori e saluti inaugurali

  • Bruno Cagli, Presidente-Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
  • Guido Salvetti, Presidente della Società Italiana diMusicologia
  • Agostino Ziino, Università degli Studi di Roma Tor Vergata 

ore 15,30-17,00: I sessione, presiede Guido Salvetti

  • Carrie Churnside, Colonna's Cantatas for Modena and Florence: Art and Music Combined
  • Daniele Torelli, Testimoni e tradizioni: alcuni aspetti nelle cantate di Giacomo Carissimi

ore 17,00: Pausa caffè

  • Michael Talbot, The BerlinManuscriptsMus. ms. 447 Containing Eighteen Cantatas by Tomaso Albinoni
  • Paola Besutti, La cantata fra Roma e le corti italiane del nord: committenza, educazione, omaggio

ore 19,00

  • Daniela Di Castro, Meraviglie sonore: cembali barocchi a Roma, introduzione alla mostra in corso a Firenze, Galleria dell’Accademia, fino al 9 dicembre.

ore 21,00: Concerto: Diana cacciatrice. Le cantate italiane di Händel

La Risonanza, direttore Fabio Bonizzoni

 

Sabato 13 ottobre ore 9,00 - 13,30: II sessione, presiede Dinko Fabris

  • Fabio Bonizzoni, Questioni preliminari sull'esecuzione delle cantate di Händel: il punto di vista dell'interprete
  • Ellen Harris, From the Autograph to the Hallische Händel Ausgabe: Questions for the Performance of Händel's Cantatas 

ore 10,45: Pausa caffè

  • Sara Dieci, Le cantate di Filippo Amadei
  • Livio Marcaletti, Le cantate con strumenti di Antonio Bononcini (Vienna 1708): nuove prospettive su organici e prassi esecutiva per la cantata di primo Settecento 

ore 13,30-15,00: Pausa pranzo

ore 15,00-19,00: III sessione, presiede Michael Talbot

  • Marco Bizzarini, Nuove considerazioni sulle cantate con strumenti di Benedetto Marcello
  • Dinko Fabris, Giulia Veneziano, Per uno studio sistematico delle cantate da camera di Domenico Scarlatti

ore 16,30: Pausa caffè

  • Licia Sirch, Francesco Passadore, I manoscritti di cantate del fondo Noseda di Milano (1690-1710 ca.)
  • Paologiovanni Maione, “Chisse so’ li sospire”: le cantate in napoletano

 

Domenica 14 ottobre ore 10,00 - 13,30: Tavola rotonda

“Per un archivio della cantata da camera italiana”, coordina Teresa Gialdroni
partecipano Annalisa Bini, Marco Bizzarini, Dinko Fabris, Ellen Harris, Licia Sirch, Michael Talbot.

Sarà illustrata e discussa la prima fase del progetto promosso dalla SIdM in collaborazione con alcune istituzioni e università italiane per la realizzazione di un repertorio su base informatica della cantata italiana. Verranno illustrati il progetto e la scheda elaborata da Licia Sirch e da Franco Rossi quindi verranno posti in discussione alcuni problemi relativi alla cantata da camera, ma in maniera strettamente funzionale alla definizione e puntualizzazione del progetto di archivio.
 

Comitato scientifico: Annalisa Bini, Dinko Fabris, TeresaM. Gialdroni, Agostino Ziino.

Accademia nazionale di Santa Cecilia
largo luciano berio, 3 - roma
tel. 06 80242332
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.santacecilia.it


Resoconto

Il convegno internazionale "La cantate da camera intorno agli anni 'italiani' di Händel: problemi e prospettive di ricerca" si è svolto a Roma, presso il Teatro Studio dell'Auditorium Parco della Musica, dal 12 al 14 ottobre 2007. Organizzato dall'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dall'Università degli Studi di Roma Tor Vergata e dalla Società Italiana di Musicologia, è stato parte integrante del progetto nazionale "Monsù Endel in Italia 1706-1709: Tre secoli dopo il viaggio italiano di Händel" promosso e coordinato dalla Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia e dal Centro di Musica Antica Pietà de' Turchini, in collaborazione con l'Associazione "Hendel", l'Istituto Storico Germanico, l'Istituto Italiano per la Storia della Musica, la Fondazione Maggio Musicale Fiorentino, la Facoltà di Design e Arti IUAV oltre che con gli stessi enti che hanno organizzato il convegno. Per l'occasione del Convegno, la SIdM ha promosso la pubblicazione della cantata di Nicola Porpora, Or sì m'avveggio, oh Amore per soprano, violoncello concertante e basso continuo a cura di Stefano Aresi.

Gli interventi di Bruno Cagli, Guido Salvetti ed Agostino Ziino hanno aperto i lavori che si sono sviluppati in quattro sessioni durante le quali si è inteso rivolgere l'attenzione verso la storia delle fonti musicali, i rapporti tra i centri di produzione, il ruolo della committenza, i contenuti testuali delle cantate e la loro circolazione, il rapporto con le forme di musica strumentale, i problemi legati alla moderna interpretazione.

La prima sessione, presieduta da Guido Salvetti, ha visto la partecipazione di Michael Talbot con un intervento sulla produzione cantatistica di Tommaso Albinoni con particolare attenzione al manoscritto "Mus. ms. 447" della Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz di Berlino contenente diciotto cantate per soprano, nove delle quali note solamente grazie a questa fonte. Talbot ha proposto varie interpretazioni circa la destinazione originaria del manoscritto e ha analizzato le particolarità delle cantate ivi contenute sia in termini di poetica che di struttura musicale. Carrie Churnside ha illustrato una lettera conservata presso l'Archivio di Stato di Modena, datata 1689, destinata probabilmente al duca d'Este Francesco II, nella quale è citato un "libro di varie compositioni musicali" recante incisioni di Carlo Antonio Buffagnotti. La presentazione è proseguita con l'esame particolareggiato di due fonti manoscritte (una della Biblioteca Estense di Modena, l'altra della British Library) che, per varie caratteristiche, potrebbero corrispondere al libro citato nella lettera al Duca. L'intervento di Paola Besutti ha messo a fuoco i rapporti tra l'ambiente romano e la corte mantovana attraverso l'analisi dei carteggi amministrativi di Ferdinando Carlo Gonzaga. Lo studio ha evidenziato l'esistenza di un canale di comunicazione musicale tra i diversi centri che avveniva tramite gli allievi inviati a Roma per la formazione e per sviluppare le proprie doti artistiche, a totale onere della corte di provenienza. Presieduto da Annalisa Bini si è poi tenuto l'intervento di Daniela di Castro volto ad offrire una panoramica sugli strumenti musicali barocchi in esposizione alla mostra fiorentina allora in corso: "Meraviglie sonore: strumenti musicali del barocco italiano" (Galleria dell'Accademia, 12 giugno - 9 novembre 2007). Il discorso, corredato dalla proiezione di numerose immagini, ha posto l'attenzione soprattutto su eccentrici cembali di provenienza romana. La prima giornata di studi si è conclusa nella Sala Sinopoli dell'Auditorium con l'esecuzione di alcune cantate di Händel (Aminta e Fillide, HWV 83; Ero e Leandro, HWV 150; Diana cacciatrice, HWV 79) da parte de La Risonanza, diretta da Fabio Bonizzoni realizzata nell'ambito della stagione da camera dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia.

La seconda sessione dei lavori, presieduta da Dinko Fabris, si è aperta con gli interventi di Fabio Bonizzoni ed Ellen Harris che hanno illustrato i problemi legati all'interpretazione delle cantate di Händel (soprattutto in relazione alle scelte effettuate durante la preparazione del concerto de La Risonanza). In particolare, la Harris ha dimostrato come la pur pregevole edizione Die Hallische Händel Ausgabe (HHA) potrebbe essere revisionata prendendo in considerazione gli autografi händeliani, le singole copie manoscritte, i documenti dei committenti, le caratteristiche musicali, la pratica compositiva dell'autore stesso, la pratica esecutiva tipica del periodo barocco. Sara Dieci ha delineato la figura del musicista Filippo Amadei detto "Pippo del violoncello" (ca. 1670-1730) e ne ha ricostruito, per quanto possibile, le vicende biografiche, artistiche ed il catalogo delle cantate. Attraverso l'esame delle fonti cantatistiche manoscritte e a stampa contenenti riferimenti più o meno espliciti all'uso del violoncello ha proposto una panoramica sull'uso dello strumento nelle cantate, soprattutto in area emiliana, a partire dalla metà del '600. Livio Marcaletti ha analizzato sei cantate con strumenti obbligati di Antonio Bononcini, conservate in partitura e in parti staccate presso la Biblioteca Nazionale di Vienna e datate 1708. Tale lavoro ha consentito di ricavare utili indicazioni sulla prassi esecutiva legata all'uso delle legature, della tecnica del concerto grosso e sul ruolo degli strumenti musicali nelle cantate di primo Settecento.

La terza sessione, presieduta da Michael Talbot, ha visto la partecipazione di Marco Bizzarini che ha proposto un'analisi delle cantate con strumenti obbligati di Benedetto Marcello ponendo particolare attenzione al testo poetico, al rapporto testo-musica, alla tradizione manoscritta. Ha inoltre evidenziato come il catalogo di Eleanor Selfridge-Field, del 1990, possa essere arricchito con l'inserimento di almeno altri 15 componimenti che furono, al tempo, diversamente censiti. Dinko Fabris e Giulia Veneziano hanno illustrato lo stato della ricerca su Domenico Scarlatti e, in particolare, sulla sua produzione cantatistica sottolineando la necessità di un aggiornamento del catalogo delle sue opere vocali. A questo proposito hanno presentato il progetto di un database delle cantate di Domenico Scarlatti (in fase di realizzazione, con la collaborazione del Centro di Musica Antica Pietà de' Turchini di Napoli) che raccoglierà le schede catalografiche complete di incipit musicali e testuali e si avvalerà del contributo di istituzioni internazionali. Licia Sirch e Francesco Passadore hanno presentato un'analisi su parte delle cantate da camera (1690-1710 ca.) conservate presso il fondo Noseda della biblioteca del Conservatorio di Milano. Un accurato esame della fattura dei manoscritti ha consentito di ricostruire parzialmente le unità originarie e ricondurre la collezione di cantate a due fondi principali, uno di origine napoletana (legato alle famiglie de Cardenas e Guevara-Bovino), l'altro romano, riconducibile parzialmente alla famiglia Pamphilj. Paologiovanni Maione ha proposto uno studio sulle cantate da camera in lingua napoletana che, a differenza della commedeja, dovevano essere destinate ad intrattenimenti esclusivamente locali, ma che rivelano una naturale vocazione scenica. A dispetto delle poche fonti giunte a noi, la lettura dei testi di tali cantate (ad esempio quello di Bonifacio Pecorone) lasciano intuire un costume molto diffuso nella Napoli tra fine Seicento e primi decenni del Settecento.

Il convegno si è concluso domenica 14, con una tavola rotonda dal titolo "Per un archivio della cantata da camera italiana". Coordinata da Teresa M. Gialdroni, è stata aperta dall'esposizione del progetto "Archivio della Cantata da Camera" da parte di Licia Sirch e Paolo Giorgi e dall'illustrazione della scheda catalografica creata appositamente per detto Archivio. Michael Talbot è intervenuto sulla difficoltà di definizione del genere cantatistico; Ellen Harris sullo stato attuale degli studi nei vari ambiti di ricerca. In merito alla realizzazione del progetto sono poi intervenuti Annalisa Bini (per l'Accademia di Santa Cecilia), Dinko Fabris (sulle nuove prospettive di ricerca che la creazione dell'Archivio potrà aprire), Marco Bizzarini (sull'importanza dell'inserimento dei testi poetici all'interno dell'Archivio).

Giulia Giovani